mercoledì 1 giugno 2011

Tra le colline e i vigneti

Accidenti, sono le sei e trenta del mattino!

Mi sveglio sempre a quest’ora da un po’ di tempo, certo potrei scendere preparare la pappa per cani e gatti e poi andare a fare una passeggiata con in miei cagnoloni, ma invece mi giro e torno a dormire.
Non ho molta voglia di scendere dal letto, si sta così bene a letto!
Si, si ho capito, va bene avete fame e volete uscire, uffa!
Luna, Mamù e Gatto Grey mi tirano letteralmente giù dal letto. Sono praticamente circondata ogni mattina da tre musi umidi, quello di Gatto Grey che mi guarda a due centimetri dal mio naso, Mamù che poggia una zampa sulla mia spalla e Luna che frigna da lontano, non so come faccia Massimo ad ignorarli.
Ok, ok arrivo….


Per essere una mattina di fine maggio è piuttosto fresco fuori, meglio mettersi la vestaglia.
Inizia il rituale di ogni mattina, apro le porte, i cani si precipitano in giardino, il gatto esce con quella sua aria “bene, sembra tutto in ordine, adesso dammi la pappa per favore…”, metto su il caffé e richiamo i cani per la pappa.
Per loro i rituali sono fondamentali e poi sembra che abbiano un orologio interno e sono sempre puntualissimi, fanno sempre le stesse cose ogni mattina e nella stessa sequenza, se gli scombino un passaggio vanno nel caos.
Quindi, il primo step è con Gatto Grey, si va di là gli metto la pappa nella ciotola mentre i cani aspettano di leccare il cucchiaio e quello che rimane nella scatoletta, poi si precipitano fuori dalla porta, metto la pappa nelle ciotole, mi affaccio alla porta loro sono lì seduti che aspettano che li chiami uno per uno, prima Luna poi Mamù. Okkey la prima parte è fatta, ora vado da Gatta Galadriel, la nera!
Lei abita nel mio laboratorio che è distaccato rispetto alla casa. Mi aspetta dietro la finestra e appena entro è tutto un miagolare che sembra dirmi “bhé, era ora, ho fame, dai sbrigati che devo uscire a caccia nel bosco!”, e di fatti appena finito di mangiare si precipita alla porta per uscire anche lei.
Eh sì, i gatti sono fatti così, hanno la loro vita!
Galadriel è la più vecchia di casa, ha circa 15 anni, è stata frutto della prima cucciolata di Gatto Leo, che ahimé tre anni fa è passato a miglior vita, eppure nonostante l’età è vispa come una gazzella e a volte, anche se fuori c’è la neve, rimane fuori casa per giorni, chissà dove andrà, mi piacerebbe avere una piccola telecamera per seguirla nel bosco.

Ah, che bel paesaggio stamattina! C’è odore di primavera e qualche volta mi capita di sentire l’odore della brezza marina, anche se il mare a dire il vero è ad un centinaio di Km da qui, sarà un’illusione, chissà.
Massimo scende vestito di tutto punto per andare a lavoro, borsa del computer a tracolla e chiavi della macchina in mano, beve un goccio di caffé e poi si volatilizza. Ho appena il tempo di dargli un bacio ed è già andato via.
Sembra uno di quei film americani con la mogliettina sulla porta che bacia il marito che va al lavoro!
Accidenti, non riesco a crederci.
Io, sono proprio io, sono diventata una casalinga?
Bel salto signora mia, da imprenditrice a casalinga!
Certo a vederla da fuori sembra proprio così.
Ma aspetta, non è solo da fuori! Sono proprio io, e ci sono più dentro di quanto avrei mai potuto immaginare!
Mancano solo i figli da portare a scuola e il quadro sarebbe completo, meno male che di figli non ne ho, ma ho due bimbi pelosi due cani enormi che ogni mattina vogliono fare una passeggiata di 4 Km !
Eh, sì perché altrimenti si annoiano… loro, io invece?... pure!
Così appena Max è andato via, bevo il mio caffé, metto i guinzagli ai cani e via, in mezzo ai vigneti dell’Oltrepò.
Le prime volte avevo un po’ paura, pensavo che ci fossero persone malvagie che non aspettavano altro che saltarmi addosso… certo che se la smettessi di vedere Criminal Mind in tv, vivrei più tranquilla.
Mi incammino per la strada in mezzo alle vigne e lascio i cani liberi, cammino al bordo di un campo da una parte e una vigna dall’altra.
Accidenti, manca poco che mi prende un colpo!
Dai filari della vigna spunta fuori un omino con tanto di cappello e pelle cotta dal sole, e riesco a malapena a decifrare dal suo dialetto quello che vuole dirmi… “scusi sa, ho visto che porta i cani a spasso tutte le mattine, volevo dirle di stare attenta a non farli passare nel campo. Sa, questa è l’erbetta per le mie galline….”
Accidenti, pensavo che nessuno mi vedesse e invece ci sono occhi che ti osservano, sanno quando esci, che strada fai, quanto tempo ci metti, dove vanno i cani, che tipo di cani hai, insomma sanno tutto e controllano, ma la cosa invece di infastidirmi mi fa sentire più tranquilla. Al diavolo Criminal Mind!
E’ un po’ ormai che ci siamo stabiliti qui nell’Oltrepò, una terra che non avevo mai sentito nominare prima, incredibile scoprire questi angoli d’Italia e quanto sia diversa la cultura da una zona all’altra.
Io pensavo di essere venuta a vivere in Lombardia, ma non è esatto.
Questo angolo di Lombardia è un imbuto che s’incunea tra le regioni del Piemonte da un lato, e dell’Emilia dall’altro e la gente di qui ha preso a mio parere un po’ della cultura dell’una e dell’altra regione, facendo un mix difficilmente decifrabile, anche il dialetto è diverso dal resto della Lombardia.

Se poi guardi la forma sulla mappa sembra un grappolo d’uva, e la cosa non mi stupisce affatto visto quanto vino si fa da queste parti!
Tutto gira intorno all’uva e anche chi non ne coltiva è in qualche modo costretto a seguire i ritmi che l’uva impone al territorio.

E anch’io non sfuggo a questa regola. Le mie passeggiate con i cani, per esempio, devono seguire il ritmo di chi cura le viti, aspettare che facciano i trattamenti e per qualche giorno non andare, oppure al tempo della vendemmia tenere i cani vicini per non disturbare chi magari ne può aver paura, oppure…

Bhé ce ne sono tante, anche Marisa, la ragazza che mi aiuta in casa, mi ricorda sempre che a settembre non viene per due settimane perché, per l’appunto, va a vendemmiare.
Quando a fine agosto passeggio tra i vigneti ho un rispetto quasi religioso per i grappoli che pendono dalle viti e continuo a sgridare i cani se si avvicinano troppo perché ho la sensazione che ogni grappolo sia stato conteggiato e che ogni acino sia assolutamente indispensabile, guai a prenderne uno!
Sono sicura che se lo facessi salterebbe fuori il contadino a sgridarmi!

A dire il vero li capisco perché anch’io vedo crescere l’uva giorno per giorno, da quei piccoli puntini verdi intorno ad un cespo fino a divenire uva rossa e intensa dal sapore un po’ aspro.
Bhé si, lo ammetto una volta ne ho assaggiato un chicco, speriamo non lo scoprano!

Dio che faticaccia oggi, altro che freschetto, al ritorno sono tutta sudata e ho bisogno di fermarmi un attimo a riprender fiato. Ne approfitto per portare i cani al campo di Gianni e poi vado a prendere un caffé con Rita che oggi è venuta di venerdì.

Gianni è sposato con Rina, che è originaria del Veneto, e Rita invece è la sorella.

All’inizio facevo un bel casino con i nomi, tra Rina e Rita non ci capivo nulla e li invertivo spesso.

Abitano tutti all’inizio della strada e poco più in là hanno un piccolo appezzamento di terra che stranamente non è coltivato a viti, è tutto recintato e qui i cani possono scorazzare senza problemi.

Quasi ogni giorno prendo anche i due Labrador di Gianni e li porto al campo a giocare con i miei.
Ulisse e Alice sono felicissimi di questa mia abitudine e mi aspettano al cancello ogni mattina.
Che dire, fanno due belle coppie, Mamù gioca sempre con Alice, mentre Luna va a caccia di gatti, che non riuscirà mai a prendere, con Ulisse.
Saluto Gianni, che è ancora un po’ intorpidito dal sonno, e metto il guinzaglio ai cani che saltano festosi davanti al cancello. Rimango un po’ con i cani nel campo poi li lascio a giocare da soli e vado a prendermi il caffé da Rita, la sorella di Gianni.

Mi piace Rita è una donna che ha vissuto intensamente, si vede.

Ha avuto un amore impossibile che però non l’ha mai “tradita”, è una strana storia, e io non oso chiederle di più di quanto lei stessa non voglia dirmi.

E’ una donna piena di vita, ha un piccolo giardino delle meraviglie e sembra essere spuntata fuori da un quadro liberty pieno di fiori.
Vive principalmente a Milano e viene qui per i fine settimana, in estate rimane un paio di settimane, ma si lamenta sempre perché qui non sa che fare, si annoia.

Come dargli torto! A volte anche a me il tempo non passa mai, specialmente in inverno!

Passare dai ritmi cittadini a quelli di qui non è facile e la depressione è sempre lì in agguato ad aspettare una tua mossa falsa per aggredirti con le sue malinconie.
Il mio primo anno qui è stato estremamente difficile.
Sono passata dai miei ritmi incessanti, i viaggi di lavoro in mezzo mondo, le relazioni con i clienti, gli impegni di lavoro, le serate con gli amici di sempre, lo shopping con mia sorella, le domeniche con i miei fratelli e mio nipote, insomma da tutta quella rete di relazioni che mi erano intorno a Roma a…… il nulla!
Nessun amico, niente lavoro, niente viaggi, niente serate, niente shopping, insomma non avevo proprio nulla da fare a parte rimettere in ordine le scatole del trasloco e curare i miei bimbi pelosi.
E’ stata dura, veramente dura, un bel salto non c’è che dire!
Poi lo shock di mio fratello che pochi giorni dopo il suo compleanno è passato a miglior vita per un infarto improvviso! Aveva 53 anni e nessuna avvisaglia poteva farci presumere che sarebbe andato via così.
Una notte verso le tre squilla il mio cellulare, io dormivo, Max era ancora sveglio è lui che risponde.
Lo sento parlottare a lungo mentre io continuo a chiedergli chi è, ma lui evita di rispondermi. Poi torna da me, si mette seduto sul letto e cerca con il massimo tatto di dirmi la cosa peggiore che io abbia mai sentito…mio fratello è morto!
Non riesco a crederci, un colpo allo stomaco, realizzo, scoppio a piangere, salto giù dal letto, prendo le chiavi della macchina, voglio andare da lui, Max mi ferma, sono le tre di notte e ormai non posso più fare nulla, devo chiamare mia sorella, l’altro mio fratello, insomma devo fare qualcosa.
Max si offre di chiamare, ma io non voglio, non posso delegare a lui, devo dirlo io a Delia e a Paolo.
La morte di un fratello va oltre il dolore di perdere i propri genitori, cosa che ahimé avevo già provato.
Ma poi lui, Carlo con il quale avevo condiviso i momenti più pazzi, intensi e profondi della mia vita. Non a caso Lilly, la sua compagna ha chiamato me anche se ero la più distante.
Certo che Max ha un Karma strano con me, è sempre toccato a lui mettermi a parte delle dipartite dei miei cari, prima mia madre, poi mio padre e adesso Carlo.
Casualmente, se così si può dire, è sempre stato lui a ricevere la notizia e a fare da filtro.
Povero, non oso immaginare quanto sia stato difficile arginare i miei fiumi di lacrime e disperazione.

Ma la vita va avanti malgrado noi e io continuo a sentire la presenza di mio fratello e di mia madre alle mie spalle che, come se guidassero le mie mani, mi sostengono nei miei progetti.
Progetti, progetti, progetti, ecco quello che incessantemente racconto a Rita mentre prendiamo il caffé insieme.

“Allora che mi racconti?” inizia sempre così la nostra conversazione e io, “bhé, a che puntata eri rimasta?...te l’avevo detto che…”
Sembra un romanzo a puntate, mi rendo conto che non è facile starmi dietro, ogni volta ce n’è una nuova. Effettivamente se mi dessero un centesimo per tutte le idee che mi frullano per la mente a quest’ora sarei ricca!
Il problema è che sono tutte ottime, ma da quando sono qui ho la sensazione che questa casa m’inghiotta e le uniche cose che riesco a fare sono i miei disegni, i batik e scrivere.
Rita ascolta le mie storie con estrema attenzione, forse la mia pazza vita è veramente interessante, chissà!
Certo è che i miei lavori gli piacciono, infatti mi ha anche commissionato le tende per il suo nuovo bagno, in stile Liberty, ovvio!

Ci ho messo un mese per farle, perché so che lei è estremamente precisa nelle sue cose e non voglio certo rischiare di fare brutta figura! Quindi sfodero tutta la mia precisione da grafica e trovo una bellissima dama che gli somiglia un po’, almeno nell’anima!

Certo per un bagno le tende in seta sembrano un po’ esagerate, ma invece a lavoro finito devo ricredermi, ci stanno benissimo.

1 commento:

  1. Ho letto con infinito piacere le tue parole Loredana, anche io vivo in questa terra (mi sono trasferita da Milano 5 anni fa) e capisco e condivido tutto! Per mia fortuna come te ho un laboratorio e questo spazio mi consente di non farmi rapire dalla malincinia autunnale e poi invernale! Daniela

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