martedì 14 giugno 2011

Sotto la Grande Quercia con l’arco!


Fantastico…fantastico…fantastico…!!

Nel cuore delle colline dell’Oltrepo, nei boschi, in mezzo ai grandi prati, insieme ad un gruppo di “subito amici”. Fantastico, fantastico, veramente fantastico!

Claudio, il figlio di Laura, mi chiama giovedì sera “Allora Lore, mi ha detto Laura che sabato venite con me”. A dire il vero lui chiama più che altro per sapere se Max va con lui, già perché Max diventa sempre l’idolo dei ragazzini, ha la moto da fuoristrada, si destreggia bene con la meccanica, poi il tiro dell’arco, etc. etc. Invece io non vengo presa molto in considerazione anche perché si non si aspettano che anche io, femmina, vado in moto, tiro con l’arco, etc. etc.

“Guarda Claudio che Max mi ha appena telefonato che sabato non può perché lavora, se vuoi ci andiamo io e te, sempre che tu mi ci voglia…”
Fortuna che Claudio è abituato con Laura che pure lei non scherza come “femmina anomala”, e quindi accetta la mia compagnia, non in maniera entusiastica, ma in ogni modo gli va bene.


Venerdì sera mi metto lì a cercare le varie cosette che mi servono, allora l’arco, mmm quale mi porto?
Non ricordo neanche più con quale tiravo le ultime volte, ormai sono passati più di tre anni e non ricordo più dove sono le mie cose.
Aspetta non ricordo cos’è che mi serve, ok l’arco per forza anche se non so quale, poi mi servono le frecce, il paramano, la faretra, il carichino…cosa?! il carichino?!? ma se non l’ho mai usato, che cavolo ci faccio con questo? Come si usa? Bhò vabbé Max dice che mi serve, mettiamolo…
Ah, il guantino, certo.
Max comincia a venirmi dietro con fare un po’ dubbioso, lo guardo e non capisco cosa vuole, lui torna di là e mi porta un po’ di cose, bhà chissà che c’entra stà roba non è mica la mia…
“Mm, scusa Lox, ma le tue cose sono queste ricordi?”
Mi sa che si sbaglia io stà roba mica me la ricordo…poi guardo un po’ meglio e mano a mano la memoria comincia a tornare. Ach! Ha ragione, ho sbagliato tutto, ho preso tutta la mia attrezzatura vecchia!
Accidenti non mi ricordavo che avevo ricomprato quasi tutto!
Ho un arco nuovo RICURVO! Da 35 libre! Un uovo guantino, una nuova faretra, delle frecce in carbonio… oh oh, non so se ridere o preoccuparmi.
Ridere dalla contentezza e preoccuparmi perché ricordo che quell’arco è un po’ nervosetto e senza allenamento riuscire tirare bene non è facile.
Insomma sabato accompagno Claudio alla sua lezione, sono un po’ dubbiosa, non per altro è che non so se potrò tirare anch’io, ma quando arriviamo lì mi si apre il cuore. La lezione si svolge dentro una specie di fienile al coperto che si affaccia su un panorama da mozzafiato. Non ho neanche tirato fuori l’arco dalla macchina, per non essere troppo invadente, ma non resisto e chiedo a Roberto se posso tirare due frecce anch’io.
Fantastico, fantastico, fantastico!
Non ho dimenticato come si fa, certo mi ci vuole un po’ di allenamento, ma insomma è come andare in bici, non si dimentica mai!
Roberto e Michele mi incoraggiano e io riprendo mano a mano confidenza con l’arco.
Domenica ci sarà una piccola gara sociale e chiedo gentilmente se posso partecipare…

Domenica mattina stesa scena, ore 6:00 occhi spalancati! Max dorme ancora per lui la sveglia suona verso le 7:30, giusto il tempo per lavarsi, vestirsi e mettere le nostre cose in macchina, beato lui!
Sono nervosa, molto nervosa, ho preparato tutto la sera prima, ma nonostante tutto ancora non so che mettermi… Pantaloni trekking appena comprati, mmmm…meglio di no, scarponcini, non so mi hanno detto che c’è parecchio fango, no meglio di no, stivali di gomma sì, li ho preparati apposta ieri sera, sarà il caso di essere coerenti…la maglietta, quella giusta l’ho lavata ieri ma ancora non è asciutta, eh già che mi aspettavo con l’umidità che c’è nell’aria…
UFFA! Che faticaccia! Basta vado con la tuta nera e gli stivali di gomma e chi se ne frega, se sto scomoda troverò la soluzione!
Max si sveglia, mi guarda dubbioso, io sono nervosa, poi realizzo che non so se mi va che venga anche lui… sembra strano vero? Ma il fatto è che quando c’è lui io mi sento l’ansia addosso. Lui cerca sempre di darmi consigli, di aggiustarmi l’arco, di capire se le mie frecce vanno dritte, poi comincia a smanettare con la mia attrezzatura per migliorare le prestazioni dell’arco, insomma ansia pura per me e insoddisfazione per lui…
Decido che è meglio mettere le cose in chiaro prima di uscire di casa, “ascolta Max, per favore oggi non dirmi niente, ma proprio niente ok?” Lui ride e fa cenno di sì con la testa, mi sa che mi ha preso troppo sul serio!
Finalmente in macchina! Passiamo a prendere Claudio, poi dritti a Santa Maria della Versa per incontrare gli altri.
Ci salutiamo con gli altri e poi si parte tutti verso il campo di tiro, ovvero un bosco meraviglioso sopra Volpara.
Il posto è fantastico, arriviamo nel bosco ci fermiamo sotto una grande quercia che a dir poco ha 500 anni! Adesso sono un po’ meno nervosa, Claudio penso sia emozionato quanto me, si formano i gruppi, io speravo di fare squadra anche con il cucciolo Claudio, ma invece siamo io e Max che ci ritroviamo nella stessa squadra, ach, proprio quello che temevo!
Ci tocca cominciare dalla piazzola più lontana, risultato una bella scarpinata bella impettata in mezzo al bosco di cui sopra…!
Prima piazzola…chissà se riesco a mettere le frecce dentro il bersaglio. Incocco, tendo l’arco, tiro…swishhh….toc! Uahu! Questo è il suono che mi piace, toc! Vuol dire che il bersaglio l’ho preso! Chissà se ho fatto spot, mmm…difficile! Tiro la seconda, poi la terza, toc, toc… anche queste andate a segno, fantastico!
Dello spot però nemmeno l’ombra!
Lo spot, per chi non lo sa consiste in tre cerchi concentrici all’altezza dei punti vitali della sagoma dell’animale/bersaglio. Si perché con il tiro di campagna, per capirci con l’arco tipo quello di Robin Hood, si va in mezzo ai boschi simulando una vera caccia. La differenza sta nel fatto che gli animali sono finti ma a grandezza naturale e ben mimetizzati tra gli alberi e gli arbusti, alle volte in movimento oppure in mezzo a fossati. Insomma bisogna saper tirare in qualsiasi condizione e posizione, in ginocchio oppure in equilibrio precario abbarbicati su una scarpata!
Il risultato è che ci si arrampica in posti incredibili restando sempre in mezzo al bosco. E questo mie cari è la cosa che mi piace di più! Si cammina, cammina, cammina, e non ti accorgi della faticaccia che fai finché non arrivi alla fine del percorso, che consiste in 24 piazzole disseminate ovunque.

Alla fine del percorso siamo di nuovo sotto la Grande Quercia, ci aspettano dei fantastici panini con i vari salumi tipici della zona e un buon vino rosso, poi la premiazione!
Claudio è lì che freme ancora e dopo aver ingoiato un panino in fretta vedo che si aggira intorno al mio arco. "Ok, Claudio prendi l'arco che te lo armo" e così si avvia verso il bersaglio più vicino per continuare a tirare ancora, beato a lui che ancora non è stanco, bello avere 11 anni eh?
Si avvicina Roberto che mi dice all'orecchio che tra un po' durante la premiazione darà a Claudio il suo ambito Diploma di Arciere, ok devo trovare il modo di farlo andare vicino al tavolo.
"Dai Claudio. lo sai che sono gelosa dell'arco, adesso basta andiamo a mangiare con gli altri."
Inizia la premiazione e Roberto cala giù dall'albero il Diploma di Claudio. Lui è stupefatto, non se l'aspettava, lo vedo un po' imbarazzato, un po' sorpreso, ma senza dubbio fiero di sé! Bene sono contenta, in fondo mi sento un po' la sua "madrina" visto che le prime frecce le ha tirare con noi in cantina.
Io sono pressoché stremata e non ci capisco nulla, annunciano anche il mio nome, ma io non ho seguito bene la cosa perché per me il vero premio è l’aver trovato un gruppo di amici per passare una giornata in mezzo ai boschi con l’arco in mano!
Bhé grazie Claudio che ci hai portato qui!
E’ deciso! Voglio riprendere a tirare con l'Arco e la Compagnia del Gruppo Arcieri dell’Oltrepò (GAOP) fa proprio al caso mio!

PS – scusate se non ci sono foto, ma ero troppo impegnata a tirare con l’arco! Quelle che vedete le ho “rubate” al sito del GAOP tanto per dare un’idea…

Nessun commento:

Posta un commento